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Il viaggio metafisico di Ovidio nei sentieri più bui del suo esilio alla riscoperta della propria immanenza. Publio Ovidio Nasone viene qui rappresentato attraverso suggestive e insolite visioni da un Bruni sperimentatore di innovative prospettive. Lo sguardo indagatore dello scrittore perlustra il mondo dell'amato poeta latino rinvenendo assonanze, echi e richiami ai protagonisti della cultura ellenistica e moderna. Ibico, Saffo, Zarateo, Catullo, Pirandello, Cervantes vengono osservati in una prospettiva tipicamente bruniana tendente a rinvenire preziosità letterarie attraverso un'osservazione profonda e illuminante. Di grande intensità emotiva sono le pagine dedicate al periodo dell'esilio in cui Ovidio si interroga sulla propria condizione di esiliato cercando risposte dentro di sé in un dialogare immaginario con Augusto e Tiberio, gli imperatori responsabili della sua condanna.